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L'automobilismo irpino nasce nel 1928, più di novant'anni fa, con una una gara che è ancora impressa nella memoria degli appassionati, il Circuito di Avellino - Principe di Piemonte.
Molti, quelli che ancora la ricordano come un fotogramma irresistibile della propria infanzia. Molti di più, quelli che ne hanno appreso la grandezza e con nostalgia provano ad immaginare come sarà stata. Come si presentava in quegli anni, in quell'occasione, la stessa strada sulla quale oggi sistematicamente lo stesso appassionato muove lentamente in auto nel traffico o dove passeggia spensierato in una lunga isola pedonale.
Davvero difficile immaginare che proprio dove, più o meno tranquillamente, si attende il verde al primo semaforo installato in uscita da viale Italia di Avellino, dal 1928 al 1933 c'era invece chi, al volante dei bolidi dell'epoca e molto meno tranquillamente, attendeva il via sventolato dal Re per lanciarsi in una gara da 250 km su un percorso magico, difficilissimo, di ben 24.951 metri.
Davvero difficile immaginare che Corso Vittorio Emanuele, oggi isola pedonale, era in realtà il tratto più veloce del Circuito di Avellino con un rettilineo di 1.680 metri, quasi il doppio di quelli di Monza.
E ancora più difficile immaginare che a sfrecciare in gara erano i fuoriclasse dell'epoca come il mito Tazio Nuvolari o Baconin Borzacchini, Luigi Fagioli o Giuseppe Morandi e che i loro bolidi erano Maserati, Om o Bugatti o addirittura Alfa Romeo schierate dalla Scuderia Ferrari. A quei tempi era come se oggi, lungo Corso Vittorio Emanuele, viale Italia, Torrette, Monteforte, Breccelle, Forino, Contrada, Bellizzi, sfrecciassero Alonso, Raikkonen, Schumacher o Hamilton nelle loro Ferrari o McLaren o Mercedes.
Magari non in una gara valevole per il Campionato Mondiale di Formula 1, ma uomini e mezzi sarebbero stato proprio questi.
Dopo le memorabili sei edizioni disputate dal 1928 al 1933, la storia si interrompe. Purtroppo la passione di Alberto Di Marzo, ideatore e promotore instancabile della gara, si piega al corso degli eventi dopo aver riempito le pagine più affascinanti dell'automobilismo irpino.
Si dovrà attendere il 1950 per ritrovare un grande evento, per vedere reinstallate le splendide tribune poste a partire da quello stesso muro che ancora oggi costeggia viale Italia abbracciando i vigneti della Scuola Enologica nel tratto immediatamente successivo alle ombre dei Platani.
Il "Circuito di Avellino", pur se ridimensionato in lunghezza, ritorna. Le Lancia Aurelia e le Maserati la fecero da padrona nelle tre edizioni disputate.
Luigi Musso, pilota di Formula 1 e soprattutto di vetture Sport per la Ferrari e di vetture Sport per la Maserati, si aggiudicò l'ultima edizione proprio su una vetture del Tridente, mentre Maria Teresa De Filippis, prima donna in Formula 1, ebbe occasione di mettersi in luce. Ancora una volta, quindi, vetture splendide e atmosfera delle grandi occasioni con un pubblico traboccante.
Con la progressiva estinzione delle piste cittadine, il Circuito di Avellino scompare dopo la disputa dell'edizione 1953 e l'Irpinia dovrà arrivare ai primi anni '70 per poter godere dello spettacolo offerto dalla Cronoscalata di Montevergine, gara di velocità in salita voluta da Rolando D'Amore, Presidente dell'Automobile Club di Avellino ed organizzata da Luigi Tulimiero e Tonino Nicodemi.
Nelle tre edizioni disputate ('72, '73 e '75) i tornanti che da Ospedaletto d'Alpinolo conducono al Santuario dopo 10 km, conobbero le gesta di campioni come Silvio Moser o di gentleman driver sulle bellissime vetture Sport o di tanti altri piloti, molti locali, su pepatissime Fiat 500 e 600, Mini Minor o A112 opportunamente elaborate.
Nel frattempo già sul finire degli anni '60 si organizzarono le prime edizioni della "Coppa dell'Irpinia" che dal 1978, da gara di regolarità, divenne rally vero e proprio.
La crescita qualitativa della gara fu costante ancora una volta grazie alla testarda volontà dell'appassionatissimo Rolando D'Amore, che riuscì a realizzare una tradizione che non si arrese nemmeno al terribile terremoto del 1980.
Solo nel 1984, alla improvvisa scomparsa del vulcanico creatore della gara, l'ente organizzatore subì un momento di sbandamento e lo stop fu forzato. Già nel 1985, però, l'allora Presidente dell'AC Avellino Gino Capone raccolse il testimone per continuare il cammino già intrapreso.
Dopo le belle edizioni del '90 e '91, nel 1992 alla sua XXIV ed ultima edizione, il rally "Coppa dell'Irpinia" ottenne la validità per il Trofeo Rally Nazionali, uno dei campionati nazionali più prestigiosi. Un pokerissimo di Lancia Delta Integrale dominò la gara caratterizzata da un parco vetture ed un elenco piloti estremamente qualificato, il tutto in un bagno di folla finalmente appagata da uno spettacolo automobilistico mai visto prima nel recente passato.
Dal 1992 ad oggi l'Irpinia si caratterizza per gare Slalom. Inizialmente prende forme lo Slalom di Rotondi, successivamente nel 1995 quello del Lago Laceno in due edizioni, prima di dare strada allo Slalom di Montevergine che nel 2009 vedrà la disputa della sua 13esima edizione inaugurata nel 1997.
Nel 2004 è tornato invece il Rally, anche se senza validità per titoli nazionali e sul format di Rallysprint. Dopo quattro edizioni, disputate dal 2004 al 2007, il Rallysprint Coppa dell'Irpinia è stato annullato nel 2008, mentre nel 2009 non è stato iscritto a calendario.
Contemporaneamente dal 2000 al 2007 si sono tenute le 8 edizioni del Formula Challenge Città di Avellino grazie all'organizzazione della Irpinia Corse. Lo Slalom di Montevergine ed i successivi Malepasso e Laura sono invece frutto dell'attività organizzatrice curata dall'Automobile Club Avellino.
Le sezioni alle quali si accede dai link a lato, raccolgono una ricca serie di documenti straordinari, alcuni dei quali inediti, dedicati ai grandi eventi dell'automobilismo irpino. Per il Circuito di Avellino anche la ricchissima rassegna stampa dell'epoca con le pagine delle testate nazionali sportive.
Nella stessa sezione anche i link per visualizzare gli affascinanti filmati dell'Istituto Luce e relativi alle edizioni 1932 e 1933.